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  • Immagine del redattorePaolo Gentili

Fabrizio Plessi Trilogy



Di Tobia Donà

Fotografie di Mariana Moreira.


La mostra Fabrizio Plessi Trilogy è un viaggio visionario nell’arte teatrale di Fabrizio Plessi e Frédéric Flamand. Un tributo dell’Accademia di Belle Arti di Venezia all’artista fondatore e pioniere della videoarte che fu allievo e in seguito docente di pittura dell’accademia veneziana. Dopo essere stata ospitata nei suggestivi spazi del Magazzino del sale di Venezia, la mostra che raccoglie attraverso video e foto importanti progetti di scenografie realizzate per il teatro e la danza del maggiore video artista italiano a livello internazionale, giunge ora nel centro di Spoleto al Museo di Palazzo Collicola e sarà visitabile sino al venticinque settembre. Ideata dai docenti della Scuola di Scenografia e Scenotecnica, Nicola Bruschi e Lorenzo Cutùli, l’esposizione si focalizza sul lavoro di Plessi in ambito scenografico con un allestimento studiato e prodotto dalle Scuole di Scenografia-Scenotecnica e Nuove Tecnologie dell’Arte dell’Accademia di Venezia, sulla base dell’idea e dei disegni progettuali dell’artista Fabrizio Plessi. “La motivazione di fondo che percorre tutta l’esposizione, è un principio didattico – ci racconta il direttore dell’Accademia Riccardo Caldura - Il soggetto della mostra sono i materiali di concezione di queste tre opere per il teatro e la danza, insieme alla documentazione della loro messa in scena. Percorrendo lo spazio dell’esposizione, si sfogliano gli strati ideativi di un’opera insieme alla sua restituzione compiuta, alla messa in forma finale, senza vi sia un prima o un dopo: ideazione e realizzazione convivono nel ‘libro’ dell’artista.” Trilogy comprende infatti tre grandi video proiezioni che richiamano la forma di un libro aperto, dedicate ad allestimenti teatrali concepiti da Plessi in collaborazione con il regista, attore e coreografo belga Frédéric Flamand: The Fall of Icarus (1989), Titanic (1992), Ex-Machina (1994). Una quarta grande videoproiezione chiude il percorso espositivo raccogliendo un mix di sequenze video della Trilogia. L’immersione nel processo creativo delle tre opere teatrali evidenzia ancora una volta l’importanza storica e la straordinaria valenza avanguardistica del lavoro di Plessi tra la fine degli anni Ottanta e i primi Novanta, nel dare vita a una scenografia che, attraverso l’uso delle tecnologie digitali, diventa parte integrante e viva del processo drammaturgico. La mostra umbra allestita in occasione del Festival dei Due Mondi, è curata da Marco Tonelli, Direttore artistico del Museo di Palazzo Collicola e indaga tutto il lavoro teatrale di Plessi. The Fall of Icarus, Titanic e Ex-Machina rappresentano – ha affermato Marco Tonelli, - la summa della ricerca di Plessi nel campo della scenografia digitale, in cui l’uso di monitor, proiezioni, cascate d’acqua elettronica, addirittura semplici elettrodomestici come frigoriferi o ventilatori o improvvisaste antenne paraboliche, insieme a materiali poveri e riferimenti alla storia dell’arte, costituiranno una sorta di archeologia primaria ed esistenziale, nonostante il loro accentuato carattere tecnologico e futuribile.” Nato a Reggio Emilia Fabrizio Plessi si stabilirà a Venezia sin dagli anni di studio all’Accademia. Artista famoso in tutto il mondo per le installazioni, i film, i video e le performance ha tenuto innumerevoli mostre. La prima personale è del 1962 alla Galleria di Canale a Venezia sua città d’adozione. Seguiranno importanti esposizioni in giro per l’Europa da Monaco, Anversa, Bruxelles sino al Centre Pompidou di Parigi nel 1982, e poi Milano, Madrid e Saragozza e ancora Colonia, Palma di Maiorca, Danimarca e Giappone. Nel 1990 la sua città gli dedica una grande antologica nel Museo, nel Foro Boario e alla Cavallerizza e ancora: la videoinstallazione per il Museo Ludwig, Colonia, la personale a Barcellona e un’altra installazione a Karlsruhe. Ricordiamo poi l’installazione al Kunsthistorisches Museum di Vienna e le personali al Guggenheim Museum SoHo, New York e al Museum of Contemporary Art, San Diego ed ancora a Berlino e Hannover. Sono numerose le esposizioni italiane tutte in luoghi di grande prestigio e suggestione, oltre naturalmente alle innumerevoli partecipazioni alla Biennale di Venezia. Plessi è certamente un’artista poliedrico ed inesauribile che nella sua lunga carriera ha utilizzato le installazioni ma soprattutto i video, i film, le performance, la scenografia compresi i costumi per spettacoli. Per lui l’arte, con le sue inesauribili capacità terapeutiche e grazie alla sua sofisticata possibilità di vettore d’informazione, è un fondamento basilare per lo spirito dell’uomo nell’arido paesaggio contemporaneo. Protagonista assoluta dell’arte di Plessi è l’acqua, sempre rappresentata in video: “Penso che il video formi con l’acqua un binomio perfetto – ha detto Plessi - l’acqua è un elemento antico, ancestrale, primordiale, il video è un elemento d’oggi: entrambi sono fluidi, mobili, instabili, entrambi emanano un bagliore azzurro”. Un amore per l’acqua che deriva dall’uso di materiali molto poveri come il carbone il ferro il marmo e la paglia, ma anche dal vedere l’acqua stessa come forma energetica primaria contaminata però dal video, elemento tecnologico per eccellenza. Ecco quindi l’acqua di Plessi: virtuale, non bagna, è leggera, sottile e in movimento; è luogo della riflessione e dell’immaginazione. È acqua e basta, priva di pesci e altre forme vitali, metafora dell’infinito della mente. Nelle sue opere un altro elemento molto presente è il fuoco: “e poiché mi piacciono gli opposti, mi ha affascinato il fuoco, un fuoco che non brucia”. Anch’esso è virtuale, anch’esso “vive” nei video ed è sempre in movimento. I video sono carichi di significati ed emozioni, e per una volta, incantarsi davanti a uno schermo diventa fonte di conoscenza.

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